Una delle feste più belle di tutta l’India! Milioni di fedeli e pellegrini sono già ad Allahabad per assistere al più grande evento religioso del mondo nel 2019. Fino al 4 marzo infatti si tiene in India l’evento che ogni tre anni purifica l’animo dei fedeli grazie ad un tuffo nelle acque sacre.
Ma come nasce la festa religiosa? E perché quest’anno c’è la parola Ardh davanti? La leggenda racconta che in tempi molto lontani, durante una guerra tra semi-dei e demoni per il possesso dell’Amrita, il nettare dell’Immortalità, alcune gocce siano cadute sulla terra nei quattro luoghi chiamati Prayag (Allahabad), Haridwar, Ujjain e Nasik. La credenza religiosa dice che queste gocce di Amrita abbiano dato poteri mistici ai quattro luoghi. Questa è la potenza del Kumbh Mela, il più grande assembramento religioso del mondo che si svolge a turno in ognuno dei luoghi sacri dal tempo dei tempi (i primi racconti su un Kumbh Mela, come di consueto di un viaggiatore cinese, risalgono al VII secolo a. C.). Il potere della fede, che può dividere le acque dei fiumi e muovere le montagne, riesce in questo caso a radunare un incredibile numero di persone che si contano nell’ordine dei 20 milioni. Etimologicamente parlando, “Kumbh” in sanscrito significa “urna” e “Mela” significa “festa” per cui il Kumbh Mela è la Festa dell’Urna. I dodici giorni divini di guerra tra dei e demoni corrispondono a dodici anni per gli umani. Sei anni sono la metà di dodici e “Ardh”, in sanscrito, indica metà. Per questo ogni sei anni l’incontro religioso è chiamato “Ardh Kumbh Mela”, “Festa di medio termine dell’Urna”.
Allahabad è perennemente meta di fedeli che riempiono templi, aspra, centri per la medicina ayurvedica e ghat. Il luogo più conosciuto tra i fedeli è il Sangam il punto esatto dove, secondo la tradizione, sarebbe caduta una delle quattro gocce. In questa zona il Gange viene alimentato nella sua portata, ma soprattutto nella sacralità, dalla confluenza dello Yamuna. È proprio da questo connubio tra due dei fiumi più venerati in assoluto, che nasce il desiderio dei fedeli di accostarsi alle acque, perché forniscono le condizioni più propizie per liberarsi dalla condanna delle inesauribili reincarnazioni. Se a questi due corsi d’acqua con cui ci si può rapportare fisicamente, si aggiunge la presenza di un terzo mitico fiume sotterraneo invisibile, il Saraswati, quello dell’Illuminazione, si capisce perché tanti milioni di persone si assembrino continuamente ad Allahabad per immergersi fedelmente nelle sue torbide acque, per ricevere la benedizione della triade induista.