Napoli è una città che conta quasi tremila anni di storia ininterrotta, con una prima fondazione come Parthenope, che secondo la leggenda ebbe il suo primo nucleo sull’isolotto di Megaride, dove oggi è Castel dell’Ovo; e una rifondazione nel quinto secolo a.C. come Neapolis, quando fu creato l’impianto ippodameo di strade a scacchiera che tuttora si percorrono nel centro antico. Nel corpo della città si può leggere tutta la sua storia: l’origine greca e la conquista romana, il medioevo bizantino, la casata sveva di Federico II − che qui fondò la prima università laica del mondo – gli angioini e gli aragonesi, il viceregno spagnolo, la rivolta di Masaniello e la Repubblica Napoletana, fino al Regno delle due Sicilie, la prima ferrovia italiana Napoli-Portici, e poi Garibaldi e l’unità d’Italia, il Novecento, la rivolta di popolo delle Quattro Giornate contro l’occupazione nazista e la medaglia d’oro al valor militare, a ricordare in perpetuo che la comunità di Napoli si riconosce nei valori della Resistenza.
Oggi a Napoli tutti vogliono godere l’incanto del lungomare, assaggiare la pizza e la sfogliatella, visitare i monumenti più famosi. Ma Napoli è uno scrigno pressoché inesauribile di suggestioni e di saperi, di testimonianze e di segni.
Ma per conoscere un luogo non c'è modo migliore che visitarlo, viverlo. Questo vale a maggior ragione per Napoli la cui ricchezza di segni e di cultura, la cui estrema complessità è difficilmente rappresentata da scatti fotografici e video.
Napoli è storicamente abituata a confrontarsi con le altre culture, che a vario titolo si sono avvicendate nel suo territorio alle quali ha dato e ha
attinto, costruendo nei millenni la sua identità composita e variopinta.
Solo attraversando le sue strade, entrando nei cortili, nei palazzi a scoprire insospettabili capolavori artistici delle epoche più disparate, aprendo d'improvviso lo sguardo a scorci panoramici mozzafiato e sentendo suoni e sapori intensi che raccontano una storia millenaria, si può trovare l'armonia nel caos creativo che è la città.
LA NUOVA PIAZZA GARIBALDI
Tutte e quattro le visite proposte, che consigliamo di affrontare come visite guidate, fanno capo all’HUB principale della nuova Piazza Garibaldi.
La nuova piazza Garibaldi firmata Dominique Perrault Architecture è stata inaugurata a fine novembre 2019. Situata di fronte alla stazione centrale, con i suoi 65.000 metri quadrati, Piazza Garibaldi risulta oggi essere non solo un centro nevralgico di Napoli e una delle piazze più grandi della città, ma è anche una delle piazze più grandi d'Europa.
Conclusi i lavori di restyling, Piazza Garibaldi rende ora disponibili 37.000 mq per i pedoni, ma anche nuovi spazi verdi (130 alberi piantati), spazi per il tempo libero, un anfiteatro esterno, piccoli chioschi per negozi, un campo da calcio, un campo da basket e un parco giochi. La ristrutturazione integra anche un nuovo sistema di illuminazione pubblica, progettato sempre dallo studio di Dominique Perrault.
La trasformazione della piazza ha aperto inoltre nuovi accessi sotterranei alla metropolitana, alla galleria commerciale coperta e a un nuovo parcheggio sotterraneo.
Questa inaugurazione segna la fine di un massiccio lavoro di trasformazione della piazza e delle sue infrastrutture, iniziato nel 2013 dopo il completamento della nuova stazione della metropolitana, a cui è seguito il completamento nel 2015 della nuova galleria commerciale coperta.
NAPOLI INSOLITA
Chi va a Napoli con l’aspettativa di un’emozione scopre regolarmente altre tracce da seguire, che magari non aveva neppure immaginato.
Napoli, presenta infatti anche un volto diverso, meno conosciuto,
ma ricco di fascino e di arte e al tempo stesso tipico e innovativo. Nel raggio di un chilometro da Piazza Garibaldi c'è un mondo di meraviglie, a volte sconosciuto agli stessi Napoletani.
Un immaginario percorso alla scoperta di questa Napoli Insolita parte sicuramente dall'interno del Borgo Orefici. Nel dedalo di viuzze del borgo si concentrano innumerevoli botteghe specializzate nella lavorazione artigianale di prodotti di oreficeria, argenteria e gioielleria. In epoca medievale le botteghe, già esistenti in gran numero, ottennero il riconoscimento ufficiale da Giovanna d'Angiò e si radunarono in corporazione. I primi maestri orafi erano francesi giunti a Napoli al seguito degli Angioini, ben presto affiancati da artigiani locali, che seppero soppiantare i maestri francesi riuscendo a creare una tradizione e una scuola napoletana, conosciuta in tutta Europa. È qui che sono state fuse, battute e realizzate le celebri e preziose statue del tesoro di San Gennaro, nonché gli arredi sacri di moltissime altre chiese napoletane.
Si continua su Corso Umberto, da cui si accede al Chiostro dei Santi Marcellino e Festo, facente parte del complesso religioso omonimo, che svela il suo giardino otto-novecentesco, decorato con varie fontane in piperno e marmo. Sul chiostro si affacciano diverse sale, tra cui quella capitolare nel lato sud-occidentale, pavimentata in maioliche del Settecento e oggi sede del Museo di Paleontologia.
Si può proseguire poi verso l’affascinante Piazza Garibaldi. A pochi passi due luoghi ricchi di storia e di arte: il Complesso della Real Casa dell'Annunziata, nato nel XIV secolo insieme all'annessa chiesa, come istituzione assistenziale per la cura dell'infanzia abbandonata. Qui, passando dal cortile monumentale, si accede alla “Ruota" lignea dove i bambini abbandonati venivano introdotti in un tamburo di legno di forma cilindrica e raccolti all'interno da balie. La visita non può prescindere, oltre al chiostro e alla ruota, anche la Basilica e il Succorpo Vanvitelliano. La Basilica di San Pietro ad Aram invece sorge nel luogo dove la tradizione vuole che il Santo abbia innalzato il primo altare tra il 43 e il 44 dopo Cristo. Nel 1269 la Chiesa e il Monastero furono completamente ricostruiti sotto re Carlo d'Angiò. La cripta, cui si accede dal transetto sinistro della chiesa, in seguito ai restauri del 1930 si rivelò essere una chiesa paleocristiana a tre navate con colonne di marmo. In
essa sono state scoperte catacombe con gallerie, cunicoli, ipogei e urne con ossari. La cripta è famosa per il culto delle anime del purgatorio, simile a quello praticato nel cimitero delle Fontanelle. In particolare, uno degli aspetti più caratteristici di questa Basilica è riferito al culto delle Pezzentelle, ovvero al culto delle anime del Purgatorio. Secondo questo tipo di venerazione i morti chiederebbero ai vivi di intercedere per
loro attraverso la recitazione di preghiere e in cambio essi offrirebbero dall’altro mondo protezione e talvolta anche diversi favori, tra cui vincite al lotto.
NAPOLI SPLENDIDA
Un weekend a Napoli non può però prescindere da una visita straordinaria in luoghi simbolo del centro di Napoli per rivivere i fasti, le emozioni e i grandi eventi del passato. Dal Palazzo Serra di Cassano a Via delle Memorie (Galleria Borbonica), fino a raggiungere il lungomare per un gustoso arrivederci, magari gustando un Pizza Brunch sul Lungomare.
Questo straordinario percorso che intende ripercorrere lo splendore di Napoli parte dall’ingresso in uno dei più bei palazzi del ‘700 Napoletano:
Palazzo Serra di Cassano, oggi sede dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Passeggiando tra le aristocratiche stanze dell’appartamento, si possono ammirare gli antichi sfarzi di questa nobile famiglia di origine genovese, insediatasi a Napoli, sulla collina di Pizzofalcone, nel 1679. Un percorso suggestivo e affascinante che consente di rivivere gli splendori dell’illuminismo Settecentesco napoletano, per poi scendere nel percorso della Galleria Borbonica la “Via delle Memorie”, dove si incontreranno ambienti emozionanti, tutti scavati nel tufo, ricchi di storia e curiosità. A partire dal ‘500, questi luoghi furono utilizzati per cavare il tufo necessario per la costruzione del Palazzo; successivamente, a fine ’600, una parte di essi furono trasformati in cisterne per la raccolta delle acque e, infine, durante la Seconda Guerra Mondiale, adattati a rifugio antiaereo del palazzo.
CASTEL DELL’OVO E BORGO MARINARI
Quando la stagione lo permette, anche se c’è da dire che a Napoli splende (quasi) sempre il sole, vale la pena fare due passi tra il celebre Castel dell’Ovo, e magari perché no? fermarsi anche per una cena al Borgo Marinari.
Il Borgo Marinari è il vivace quartiere marinaresco sul lungomare di Napoli, uno dei luoghi più caratteristici e suggestivi della città. Una cittadella piena di locali, ristoranti, dove tutto è avvolto in un’atmosfera speciale, lontano dai ritmi frenetici e dove sembra che il tempo si sia fermato.
La storia del Borgo Marinari si identifica con la storia di Napoli, fin dallo sbarco dei coloni greci provenienti da Cuma, che approdarono sull’isolotto di Megaride.
Sull'antico isolotto sorge imponente il Castel dell'Ovo. Una delle più fantasiose leggende napoletane farebbe risalire il suo nome all'uovo che Virgilio avrebbe nascosto all'interno di una gabbia nei sotterranei del castello. Il luogo ove era conservato l'uovo fu chiuso da pesanti serrature e tenuto segreto poiché da "quell'ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino".
Da quel momento il destino del Castello, unitamente a quello dell'intera città di Napoli, è stato legato a quello dell'uovo.
Nel I secolo a. C., l’isolotto fu sede di una dépendance della Villa di Licinio Lucullo; nel V secolo qui si insediarono alcuni monaci Basiliani che fondarono il loro convento. In tarda epoca ducale, fu trasformato dai Normanni in una vera e propria fortezza.
MUSEO NAZIONALE FERROVIARIO DI PIETRARSA
Meta meno conosciuta ma imprescindibile per chi ama la storia, per chi è alla ricerca di un’aria antica da respirare e al caos della città preferisce immergersi nel clima di tempi passati è il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa che grazie alla Fondazione FS Italiane ha l’obiettivo di custodire il grande Patrimonio storico delle Ferrovie Italiane.
La Fondazione FS Italiane custodisce e gestisce infatti il patrimonio storico delle Ferrovie dello Stato Italiane, con l'obiettivo di diffondere l'importanza del treno quale simbolo di progresso e sviluppo nella storia politica, sociale ed economica del nostro Paese, e di incentivarne il recupero in chiave turistica, a vantaggio delle comunità e dei territori
italiani.
Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, fiore all'occhiello della Fondazione, giace negli spazi del Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive fondato da Ferdinando II di Borbone nel 1840, a fianco del primo tratto ferroviario italiano, la linea Napoli\Portici inaugurata il 3 ottobre 1839.
Una struttura unica che ospita una collezione di oltre 55 rotabili storici, un polo culturale che ospita anche esclusivi eventi e incontri organizzati nel centro congressi tra i più grandi del Mezzogiorno.
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