La mitica Rivella compie quasi settant’anni. Tanti ne sono passati dal 1952, l’anno che segnò l’inizio del cammino che l’ha portata a diventare un simbolo dell’intera Svizzera nonché uno dei prodotti tipici della gastronomia elvetica. Fu l’allora studente di giurisprudenza Robert Barth a pensare alla creazione della nuova bibita: la formula fu messa a punto in un laboratorio a Stäfa dallo stesso Barth e da un ingegnere dell’Istituto di tecnologia casearia del Politecnico di Zurigo. I tecnici lavorarono partendo da una vecchia ricetta lasciata da un biologo di Zugo della quale avevano acquistato i diritti. Per dare il nome alla bevanda il fondatore Robert Barth si ispirò a Riva San Vitale, piccolo villaggio ticinese, incrociando il termine con "rivelazione".
L’idea di fondo era quella di creare qualcosa di diverso dalle altre bibite: «Diversa da tutto il resto» diceva Barth. E l’intuizione in effetti c’era: la sua bevanda doveva essere analcolica, buona, dietetica e rinfrescante e soprattutto nascere dal siero del latte, cosa che in Svizzera non mancava.
Quelli che i consumatori amano è la freschezza naturale della bibita a base di siero di latte ed estratti di frutta e erbe. Oggi Rivella è uno dei prodotti svizzeri più conosciuti e più gettonati. Secondo alcuni dati diffusi dall’azienda stessa, nella confederazione si bevono in media oltre un milione di bottigliette al giorno. Rivella è il secondo marchio più consumato tra le bibite analcoliche e la società, che impiega circa 260 dipendenti, è ancora di proprietà della famiglia fondatrice.